Leggere critica letteraria di notte


Il prurito della scrittura è una delle cose più odiose della mia vita, insieme ai capelli crespi, alla miopia e al disturbo d’ansia.
Ignorarlo funziona soltanto per un breve lasso di tempo: puoi dimenticarlo per settimane, mesi, a volte anni; ma un giorno, senza preavviso, ricomincia a infastidirti tanto che devi sederti e grattare. La sensazione di sollievo mentre strofini quella zona di pelle secca lascia spazio a una macchia irritata, spesso graffiata, ed è momentanea.
Ecco, non posso dire che la scrittura non sia necessaria e allo stesso tempo molto spiacevole. Nella top list dei reati peggiori, che contempla dalla rapina aggravata all’omicidio plurimo, si avvicina al sequestro di persona. La mia persona, nello specifico, che piange per ore su una frase che “non gira” troppo bene. Quindi, perché ora sto scrivendo contro la mia volontà?
L’anno scorso ho ricominciato a leggere saggi di teoria della letteratura. Lo faccio il venerdì notte, sul divano, con un energy drink in mano e una maschera sulla faccia — la diapositiva perfetta della mia incoerenza, che mette al primo posto nell’ordine delle priorità una pelle liscia, luminosa, sana, e pretende di ottenerla con la privazione del sonno.
Ho appena finito la rilettura di Antoine Compagnon, Il demone della teoria, e adesso passerò a Mimesis di Erich Auerbach: il primo è un manuale di teoria della letteratura che elenca le maggiori correnti del Novecento, e spiega i concetti centrali della discussione nata intorno al libro e all’autore; il secondo è il capolavoro della critica letteraria, un’indagine sulla letteratura occidentale e il realismo, nonché famoso per un memorabile saggio su Virginia Woolf.
È tra le cose che mi fa stare bene — leggere critica letteraria di notte, intendo — per motivi che sono riconducibili al mio spirito da secchiona e alla libertà di una parentesi spazio-temporale dentro cui posso permettermi di fare tutto quello che mi va senza pressioni/aspettative/performatività.
Che il mio intimo desiderio sia leggere manuali di intellettuali, rigorosamente maschi, noiosi e per lo più morti, la dice lunga su quanto io sia divertente nella vita reale. A mia discolpa, di solito bilancio il carico con un paio di episodi di Sex and the city.
Non è l’unica attività che di recente ha visto un nuovo inizio: se mi seguite su Instagram, sapete già che sono tornata su YouTube. Ho deciso di dargli un taglio editoriale preciso e di concentrarmi sui miei argomenti preferiti: letteratura, critica letteraria, storia dell’editoria, femminismo.
Per quanto sia faticoso, provo una certa soddisfazione nel parlare di ciò che mi interessa senza il timore di dilungarmi troppo o di scontentare l’algoritmo. I video sono diventati interminabili (tra i venti e i trenta minuti) e piuttosto improvvisati: le vittorie sul perfezionismo aiutano a tenere in equilibrio la mia sanità mentale.
Se condividete la mia passione per gli intellettuali morti, questo è il mio canale. Se non la condividete, ma vi piacciono i libri, troverete comunque tanti altri spunti di discussione.
Nel caso vogliate unirvi alle chiacchiere, ecco una serie dei contenuti che ho pubblicato:
Un Q&A
Libri consigliati di critica letteraria
Il wrap-up con le recensioni delle ultime letture
Il mio ultimo book haul
Un’analisi di Gilmore Girls
Una discussione sul booktok
Il mio percorso in editoria
Un’analisi dell’Incubo di Hill House di Shirley Jackson
Questa non è una lista di buoni propositi
Nonostante abbia sempre amato pormi obiettivi di crescita, gli ultimi anni sono stati troppo traumatici per pensare di programmare ancora la mia vita in funzione dell’immagine della persona che dovrei essere.
Che questa newsletter arrivi dopo una lunga pausa, a inizio del 2024,* è un fatto del tutto incidentale: non ho stilato liste di buoni propositi, ma ne ho compilato una su i film da guardare, i libri da leggere, le mostre da visitare, i vinili da comprare.
> Sto aspettando come una bambina la mattina di Natale Povere creature! di Yorgos Lanthimos, soprattutto perché voglio rivedere sullo schermo Emma Stone — per lei nutro una venerazione da ben prima di La La Land, precisamente da quando Crazy, stupid, love è diventato uno dei miei comfort movie preferiti Birdman ha vinto l’Oscar come miglior film nel 2015.
> Dopo essermi aggiudicata — non senza un discreto spargimento di sangue altrui — i biglietti dell’Eras tour, la mia ossessione per Taylor Swift si è decuplicata. Fidanzato a Natale mi ha regalato un giradischi color ciliegia dall’aspetto vintage, esaudendo il mio sogno radical chic a metà tra le aspirazioni borghesi di Revolutionary Road e il giovanilismo millennial dei personaggi di Sally Rooney. Ho ascoltato i Beatles, la colonna sonora di Blues Brothers, una playlist lo-fi e, ovviamente, 1989 TV. Ho in programma di comprare tutti i vinili di Taylor, iniziando da Lover o da Midnights, e di andare avanti finché il mio conto in banca non sarà svuotato — eventualità non peregrina, considerata l’abilità della nostra eroina di spennare i fan come polli.
> Goya è tra gli artisti che amo di più, in ogni Museo del Prado e in ogni Louvre che mi siano capitati nel 2023. Questa volta, per fortuna, non devo andare tanto lontano: fino al 3 marzo, a Palazzo Reale (Milano), c’è una mostra che accoglie anche le pitture più oscure della sua produzione - le mie preferite. Sarà la prima mostra — ma non l’ultima — che vedrò nel 2024.
> La lista dei libri da leggere nel 2024 è abbastanza lunga, e la trovate qua. La sintesi è che devo leggere più Hemingway e più Virginia Woolf.
Ecco, Virginia Woolf ha popolato il mio 2023 con la scrittura leggera e penetrante dei suoi diari, quella che, anche quando dovrebbe essere disimpegnata, illumina dettagli insignificanti con un’intelligenza raffinata e provocatoria.
Il filo rosso delle mie letture percorre sentieri misteriosi, ma conduce a qualche autrice che mi fa tornare la voglia di scrivere. Il prurito della scrittura torna a farsi sentire, provocato dalle Woolf, dalle Zadie Smith, dalle Joan Didion che incrociano le mie letture. Devo grattare per farlo smettere. Almeno per un momento.
* Questa newsletter è stata scritta all’inizio di gennaio.


Prima lettrice, poi blogger e ora anche redattrice: cerco di sfuggire alla banalità (dell’esistenza), mi appassiono a un sacco di cose e nel frattempo inseguo un ideale irraggiungibile di letteratura. Credo che tutti dovrebbero fare uno sforzo per essere persone migliori. Io ci provo così.
