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Avatar di Fosca Topazia

Hai sollevato un problema decisamente importante, la percezione della perdita di potere da parte di una classe di intellettuali che si rifiuta di dialogare con ciò che è altro da sé. Punto di vista particolarmente miope, perché vorrei sapere cosa ne sarebbe dell'editoria se i vituperati booktoker smettessero di interessarsi ai libri per dedicarsi ad altro.

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Avatar di Michelangelo Carrieri

Beh è una cosa non da poco.

Come te, ho visto anche il video su YouTube, sono in parte d'accordo con quanto scritto, sia da Simonetti che da Baudino. La questione dell'impoverimento del linguaggio e della semplificazione dei contenuti, esiste ed è figlia di una serie di questioni profonde e vecchie. Sicuramente la questione televisione, prima, e social, dopo, hanno peggiorato il tutto.

Quello sul quale non concordo è questo "piangersi" addosso. La critica, ed Ilenia l'ha dimostrato, piace, interessa ed avvince. Ovviamente non può più essere fatta come veniva pensata 20 anni fa. Non tutti, io in primis, mero informatico, hanno le conoscenze, la cultura e gli strumenti per seguire una critica di un certo livello.

Questa però può diventare un percorso graduale. Si possono avvicinare le persone, farle appassionare, creare contenuti che possano essere fruiti da tutti e tramite questi, magari col tempo e con cura, mettere a disposizione dei percorsi di crescita comune.

Il problema, a mio avviso, è voler continuare a volere una critica elitaria, chiusa ed incomprensibile ai più. Che senso ha in un mondo di 8mld di persone, avere dei testi comprensibili ed apprezzabili solo da una minima percentuale? Che senso ha scagliarsi contro generi letterari quando la realtà è che, soprattutto in Italia, non vi è quasi cultura della lettura? E non parlo di lettori forti con oltre 50 libri ogni anno, ma parlo di lettori minimi, senza neanche uno, due, tre libri letti, fuori dall'ambito scolastico.

C'è anche un altro fattore che a mio avviso non va sottovalutato. Il mezzo di comunicazione utilizzato, il tempo di assorbimento dello stesso e la necessità che, il fruitore, ha di quel dato contenuto. Oltre all'altissimo tasso di analfabetismo funzionale che è presente in Italia.

Insomma, stare a lamentarsi e sbattere i piedi non credo sia la soluzione, neanche arrendersi e dare la colpa ai digital creator. Piuttosto un esame, a mente lucida, del perché certe cose non funzionino più.

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